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LE CHIESE
Piccola chiesetta a navata unica rettangolare con presbiterio a pianta poligonale. Le strutture verticali sono in muratura portante mentre il tetto è a vista. La copertura della navata è a due falde asimmetriche, quella del presbiterio a pianta poligonale, quella della sagrestia e del campanile a due falde simmetriche (copertura con getto di calcestruzzo). Il manto di copertura è in tegole alla romana in cemento
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Ad unica navata, con due altari laterali. Vasto pronao, sostenuto da colonne in pietra di Sarnico, con capitelli decorati. Ricco di decorazioni anche il portale in pietra simona; nella lunetta sovrastante, affresco raffigurante la Natività di Maria. Sul lato destro, altro portale della medesima pietra, datato 1545. Sempre sul lato destro, addossato alla chiesa, il tempietto di Minerva: Cappelletta assai interessante, dalle belle proporzioni d'insieme, in elegantissima architettura del secolo XVI. Menzione particolare meritano i colonnati e le cornici. L'intercolunnio è chiuso da cancellata in ferro. Altare con nicchia e scultura in pietra di Sarnico raffigurante la dea Minerva. Ai lati e nella volta affreschi del secolo XVI - XVII di ottima fattura. Nella parte superiore della cupola, all'esterno, si notano delle decorazioni incise, una scritta e forse la data del 1522.
CURIOSITA'
La chiesa fu meta di numerosi pellegrinaggi e nel 1817 fu addirittura un lazzaretto. Il portico detto del Camino accolse un poveraccio inseguito da un malintenzionato che trovò rifugio qui. Si dice che la Beata Vergine l'avrebbe salvato rendendolo con un velario invisibile al suo persecutore
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La prima costruzione eretta su questo piccolo colle, risale all’epoca romana, dedicata al “Sole Divino”; nel X secolo sopra le rovine romane venne eretta una chiesetta, ampliata poi nel 1520 nella struttura di stile lombardo, che noi vediamo oggi. La facciata è preceduta da un pronao rinascimentale che poggia su quattro colonne di arenaria rossa. L’interno a due navate con volte a crociera è arricchito da opere pittoriche: Decollazione di Giovanni Battista di Giovanni Gaioni sopra l’altare maggiore.
La costruzione, di origine quattrocentesca, è preceduta da un portico rinascimentale. L'interno è a due navate, con volte a crociera. Nella seconda e terza volta della navata destra, affreschi del Maestro di Nave, datati 1500 e raffiguranti i Dottori della Chiesa. Sulla parete affreschi raffiguranti Santi e alcuni frammenti datati 1484, forse di Giovan Pietro da Cemmo. Del secolo XVII sono l'altare maggiore e la pala di soggetto incerto. Sulla parte di fondo della navata di sinistra, Madonna con Bambino, S. Sebastiano e S. Rocco, con un'Annunciazione, affreschi di scuola lombarda datati 1535.
CURIOSITA'
La leggenda narra che il santuario sia stato costruito nei primi secoli cristiani a ricordo del soggiorno in luogo di San Valentino e che sarebbe poi stato restaurato da Carlo Magno nel 774, divenendo a secoli di distanza meta di pellegrinaggio di Sant’ Antonio da Padova. In verità dovette essere costruito nella seconda metà del sec. XV o meglio verso la fine di tale secolo, in sostituzione di una preesistente chiesetta ad una sola navata. La navata sinistra e il pronao vennero costruiti tra il 1515 e il 1520 dal conte Teseo Terzi. Il pronao fu finito solo alla fine del sec. XVI. Nel 500 vi venne posta una tavola con la Madonna fra i due santi attribuita al Giambellino e poi a Romanino. Il santuario fu coperto di affreschi di Profeti, Sibille e votivi (Madonna e Santi) nei quali viene ravvisata l'opera del Maestro di Nave e del pittore Sigismondo de Magistris (sec. XIV). Il santuario venne custodito da una antica disciplina la cui regola risale forse al sec. XIII o al sec. XIV.
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Situata presso il cimitero, era l'antica chiesa parrocchiale ma le originarie caratteristiche cinquecentesche hanno subito rimaneggiamenti. Il campanile, con cuspide piramidata, è stato restituito alla sua intatta bellezza da recenti restauri che hanno messo in luce le originarie finestre bifore.
CURIOSITA'
Fu edificata dal 1558 al 1607 per iniziativa dei "deputati" sulle spoglie di una chiesa "piccola e vecchia" e fuori mano che fungeva anche da parrocchia. Nel 1607 venne posto anche il portale di arenaria rossa, mentre il campanile a tre ordini di bifore fu rimaneggiato nel 1752. La chiesa contiene numerosi sepolcri di famiglie distinte e di confraternite. Vi si trovano anche opere d'arte notevoli come il sepolcro ricco di statue a grandezza naturale attribuite da qualcuno a Beniamino di Valsaviore ma dai più al Fantoni e alcune tele fra cui quella della Beata Vergine dello Scapolare di scuola morettiana. Il ciclo degli affreschi che adornano la chiesa sono attribuiti a Ludovico Gallina.
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Chiesa sussidiaria in località Degna. Ha una struttura portante in pietra, di novecentesca fattura, realizzata in stile neogotico e copertura in lamiera.
CURIOSITA'
Posta all'inizio della località Degna, la sussidiaria dell’Assunta, caratterizzata da un gusto fortemente gotico, è di fattura novecentesca. La facciata principale è costituita da due lesene laterali, da copertura a due spioventi e dal portale centrale architravato con grucce che reggono un architrave dal quale diparte una lunetta con affresco. L'interno è costituito da un'unica navata divisa in tre campate.
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La chiesa fu costruita, a partire dal 1633, per dotare Breno di una parrocchiale più comoda e adeguata rispetto alla chiesa di San Maurizio. Sulla semplice facciata emerge il ricco portale, mentre all’inizio del fianco sinistro sono murate tre lapidi, tra cui un’epigrafe romana dedicata al Dio Sole. L’interno è ampio e monumentale: un ordine corinzio gigante scandisce lo spazio incorniciando gli archi delle sei cappelle laterali. Antonio Guadagnini, tra il 1871 e 1872, affrescò scene e figure lungo le navate e sulle volte. La chiesa è dotata di un ricchissimo patrimonio di altari e di dipinti. L'altare di sinistra, dedicato a San Siro, è stato intagliato da Giovanni Giuseppe Piccini, artista italiano dotato di rara sensibilità e precisione, e molto legato ai simboli ed alla riflessione dei grandi temi religiosi sulla fede e la salvezza. Egli lavora senza collaboratori in opere di piccole dimensioni, grande finezza e forte intensità espressiva.
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Si tratta di uno dei pochissimi esempi di architettura neogotica in Valcamonica risalente alla fine del secolo XIV. Presenta un magnifico portale in arenaria rossa. All' interno troviamo un'unica aula con volte a crociera. La chiesa, costruita tra il XIV ed il XV secolo, presenta alcune irregolarità sia nella pianta, sia nelle forme esterne, a testimonianza della continua co-evoluzione con il tessuto urbano della cittadina e con la sua storia, sociale ed urbana. Lo stile dell’insieme è neogotico, nella particolare elaborazione che ebbe localmente questo stile. Troviamo quindi pochi slanci ascensionali, rapporti volumetrici nettamente a favore dei pieni e riferimenti gotico-rinascimentali per lo più limitati a particolari architettonici, come le aperture lunghe e strette terminanti a sesto acuto. Il centro della facciata è dominato da un grande portale quattrocentesco in arenaria rossa, con decorazioni e affreschi. La muratura, originariamente in conci di pietra, è stata intonacata.
CURIOSITA'
E' fra le chiese più antiche e più belle di Breno, costruita tra il 1334 a il 1359 grazie al lascito di Girardo di Marone Ronchi, ma conclusa solo nel 1480 quando fu posto anche il portale. Sisto V concesse una sua bolla di indulgenze. Dal 1534 fu usata come parrocchiale. Al suo interno ritroviamo un battente di bronzo con raffigurata una testa di leone risalente al sec. XII e gli affreschi interni alcuni attribuiti a Pietro da Cemmo, altri, tra cui quelli raffiguranti la storia di Cristo al Romanino mentre le scene della Flagellazione e della Deposizione dalla Croce appartengono a Callisto Piazza.