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Le origini del nome "Breno" sono controverse, ma le possibili etimologie proposte si legano al sostrato celtico del territorio: dal sostantivo brig, monte, o dal cognome celtico Brennos.

LA STORIA

L’area della Media Valle Camonica, soprattutto Breno e Cividate Camuno, è da sempre stata una zona particolarmente abitata fin dall’antichità, principalmente grazie alla posizione favorevole e strategica.

I primi insediamenti umani si stabilirono circa 10.000 anni fa, cioè a partire dal Paleolitico, con continuità cronologica fino alla fase della media Età del Bronzo. Tali stanziamenti sono testimoniati dai numerosi ritrovamenti che coinvolgono principalmente l’area del Castello (luogo che ha visto nascere il primo insediamento umano); quest’ultimi consistono in tracce di un bivacco di cacciatori, alcune lame, schegge di selce e ceramiche di varietà tipologica e complessità decorativa.

L’Età del Bronzo fu particolarmente propizia per la Valle Camonica poiché coinvolta in privilegiati rapporti culturali e commerciali non solo in Italia, ma anche all’estero come la Francia Orientale e la Germania sud-occidentale; ciò fu favorito, come prima citato, dalla posizione strategica della Valle, incrocio di rilevanti vie di comunicazione e, ancora oggi, importante collegamento delle valli confinanti, come la Val Trompia, la Val Sabbia e la Val di Scalve.

La documentazione archeologica e documentaria consente di concludere dicendo che la zona di Breno, insieme a Cividate Camuno, apparteneva a uno dei settori più densamente abitati e adatti allo scambio commerciale e allo sfruttamento agricolo.

Proprio per la sua posizione strategica, la Valle Camonica sarà coinvolta nella conquista romana, ma la romanizzazione avverrà solamente tra il 16 e 15 a.C., quando le popolazioni camune saranno sottomesse per opera del proconsole Publio Silio, sotto il principato di Augusto; dunque, nasce la Civitas Camunorum alla quale, dal 49 d.C., viene concessa la cittadinanza romana, viene iscritta al Municipium Civium Romanorum e attribuita a Brescia (Brixia): i Camunni possono godere del diritto latino.

Anche in questo caso, numerosissimi sono i ritrovamenti archeologici, risalenti soprattutto all’Età Flavia, che testimoniano la diffusione in Valle della cultura romana e la produzione di manufatti di alto valore artistico, come nel caso del Santuario di Minerva: si tratta di un complesso rinvenuto negli anni Ottanta nel Novecento, resti di un edificio arricchito da pavimenti a mosaico e tracce di pitture murale; il santuario in questione è collocato in prossimità di un’ansa del fiume Oglio ed era dedicato al culto delle acque e in particolare di Minerva; straordinario è anche il rinvenimento della statua a tuttotondo raffigurante proprio questa dea.

Come tutto l’Impero Romano, anche la Valle Camonica, a partire dal IV secolo d.C., subirà una crisi economica che, di conseguenza, sfocerà in una crisi politica e nell’invasione al Nord delle popolazioni barbariche; a partire da questo momento, il Castello di Breno diventerà roccaforte a difesa di queste minacce: il paese diventa, dunque, il centro privilegiato per amministrare e proteggere il territorio, tanto da accogliere anche gli abitanti dei paesi vicini.

La cristianizzazione in Valle sarà introdotta a fatica durante l’Età Longobarda e Carolingia e, anche a causa di inondazioni, scorrerie e terremoti, il prestigio di Breno si ridurrà drasticamente, isolando questo centro fino all’età del basso medievale.

​Durante il XII secolo si riscontrano le prime testimonianze in cui si evince una rinnovata attività economica, politica ed istituzionale della comunità di Breno.

Tra il XIII e il XV secolo il paese è coinvolto dalle continue e sempre più sanguinose lotte tra i Guelfi e Ghibellini e ciò porterà al controllo di Breno e di tutta la Valle da parte di alcune signorie padane e soprattutto dei Visconti di Milano. Tra queste importanti famiglie ci sarà quella dei Ronchi di parte guelfa che sarà protagonista nelle lotte tra queste due fazioni. Le lotte in questione si interromperanno, anche se per poco, in seguito alla pace al ponte di Minerva di Breno nel 1397.

Durante l’inizio del XV secolo, Breno era infeudata al duca di Milano, ma il ricco territorio camuno rientra nelle mire espansionistiche della Repubblica di San Marco: ciò porta ad altri assedi e scontri, fino alla pace di Lodi del 1454, quando la Valle diventa definitivamente di dominio veneziano. Con la Serenissima la Valle Camonica vive un periodo di pace e arricchimento con il conseguente sviluppo dal punto di vista artistico con il conseguente arricchimento di chiese e palazzi che, ancora oggi, si possono osservare nel centro di Breno. Per quanto riguarda il Castello di Breno, in questo periodo è sempre meno utilizzato, fino alla vendita al Comune nel 1592.

In seguito alla fine della Repubblica di San Marco nel 1797, la Valle Camonica e Breno entrano a far parte della Repubblica Cisalpina, poi sotto il controllo austriaco.

Durante il Risorgimento e per tutte le guerre d’indipendenza, Breno partecipò attivamente e dopo l’unificazione del Regno d’Italia divenne sede di Circondario, di Sottoprefettura e di Tribunale.

Durante la Prima Guerra Mondiale la linea di fronte lambisce il territorio comunale: oggi è possibile vedere le trincee al Passo Crocedomini.

Negli anni tra le due guerre, la circoscrizione comunale ingloba anche i comuni di Niardo, Braone e Losine, nuovamente autonomi nel 1949.

La crescita economica è stata spinta dall’istituzione della Banca Valle Camonica, con la costruzione dello stabilimento Tassara nel 1921.

Nel secondo dopoguerra, Breno, pur rimanendo capoluogo amministrativo e sede di principali istituti scolastici, perde il ruolo di centralità nel contesto camuno, che verrà assunto da Darfo Boario Terme.

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