ORIGINI
Le origini della società Carlo Tassara vanno ricercate in Liguria, in una piccola officina di Fiorino (presso Voltri) dove, nel 1854, Filippo Tassara, allora trentaquattrenne e già padre di cinque figli (diventeranno poi dodici) cominciò a produrre oggetti di ferro con magli ad acqua. L'attività ebbe successo e Filippo, nel 1865, poté costruire una ferriera a Voltri che chiamò Ricompensa.
Il geniale imprenditore ideò a Voltri un treno laminatoio azionato da una macchina rotativa a vapore, che gli consentì di migliorare ulteriormente la produzione tanto che nel 1870 aprì una seconda ferriera chiamata "Stella d'Italia". In considerazione delle benemerenze acquisite in campo industriale con l’introduzione di nuove tecniche di produzione, il re Vittorio Emanuele II lo insignì, il 18.12.1877, del cavalierato dell'Ordine della Corona d'Italia.
Il 21.03.1878, all'età di 57 anni, cessò improvvisamente di vivere. Gli succedette il figlio primogenito Giuseppe che diresse la ditta che venne denominata "Filippo Tassara e figli". Giuseppe Tassara seppe continuare con competenza e impegno l'opera del padre. Come lui dimostrò grande sensibilità per i problemi sociali, infatti progettò la "Cassa Pensioni Nazionali" per i lavoratori e fece costruire una casa di riposo per gli operai anziani. Trasformò la società "Filippo Tassara e figli" in società per azioni "Ferriere di Voltri s.p.a." e in pochi anni la produzione raddoppiò.
Purtroppo nel 1889 Giuseppe Tassara, a soli 52 anni, moriva e la società passava al fratello Giovanni che continuò l'opera dei suoi predecessori.
Agli inizi del novecento la società "Ferriere di Voltri" rilevò lo stabilimento di Corna di Darfo (fondato nel 1883 da Agostino Bonera per la produzione della banda stagnata) e l'ultimogenito di Filippo Tassara e Maria Piccardo, Carlo, ne assunse la direzione.
CARLO TASSARA
Negli impianti di Corna Carlo Tassara dimostrò subito di aver ereditato la genialità paterna. Per la prima volta in Italia diede inizio alla produzione di carburo di calcio, poi realizzò due centrali idroelettriche che gli consentirono di produrre al forno elettrico ghise speciali ferro-manganese e ferro-silicio.
Carlo Tassara amava la Valle Camonica e la sua gente che aveva conosciuto nel 1890 prestando servizio militare come alpino. Instaurò quindi, fin dal suo arrivo, ottimi rapporti con tutti e in particolare con i suoi dipendenti. Per loro investì anche capitali personali nella costruzione di quartieri operai, nella concessione di aumenti, nell'elargizione di contributi (come quelli concessi ai superstiti del disastro del Gleno nonostante i gravi danni subiti dallo stabilimento di famiglia).
Nel 1920 Carlo Tassara decise di costruire un suo stabilimento che entrò in funzione nel 1922.
Si dimise da amministratore della società "Ferriere Voltri" per evitare un conflitto d'interessi e si dedicò attivamente al suo stabilimento nel quale iniziò una serie di importantissime sperimentazioni.
Invitò l'ingegnere norvegese Soderberg, inventore dell'elettrodo continuo (permetteva di cambiare l'elettrodo consumato senza spegnere il forno) a sperimentare, nello stabilimento di Breno, la sua invenzione. Soderberg, che in Norvegia non aveva avuto il permesso di sperimentare il suo elettrodo, accettò l'offerta del Tassara e , per la prima volta nella storia della siderurgia, l'elettrodo continuo fu utilizzato con successo.
Fu così che lo stabilimento di Breno venne definito "Università del forno elettrico" e a Carlo Tassara fu assegnata, dall'Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, il prestigioso "Premio Brambilla".
Superata la crisi del 1929, Carlo Tassara, con la collaborazione del figlio Filippo, realizzò una seconda centrale idroelettrica e ottenne, in concessione perpetua dalla "Terni" uno dei più ricchi giacimenti minerari delle valli lombarde: la miniera di siderite di Sant'Aloisio, a Collio, in Val Trompia.
Nel 1933 allo stabilimento di Breno si aggiunse un nuovo stabilimento a Bagnolo Mella, l'Italghisa s.p.a., che utilizzando il materiale estratto in Val Trompia, produceva ghisa al manganese.
Nel 1938 i due stabilimenti furono incorporati nella nuova società "Carlo Tassara - Stabilimenti Elettrosiderurgici". Nel 1946 Carlo Tassara cessò improvvisa-mente di vivere, ma lasciò a Breno e nell'intera Valle Camonica un ricordo indelebile per le tante opere da lui realizzate per migliorare la vita dei Camuni. Aveva fondato un asilo a Braone, ampliato l'ospedale di Breno, costruito un campo sportivo e collaborato a tutte le iniziative di carattere umanitario di cui venne a conoscenza.
Per le benemerenze acquisite fu nominato Commendatore e Cavaliere del lavoro.
FILIPPO TASSARA
Alla morte di Carlo la presidenza della società passò al figlio Filippo che potenziò la produzione di ferroleghe e di acciai con nuovi forni e ampliò lo stabilimento con la creazione di una bulloneria che produceva pezzi elettrostampati e rullati di eccellente qualità. Contribuì poi alla fondazione di nuove aziende e di importanti centri di produzione come la I.C.E., la Società Chimica Adamello, la BrenoBulloni, la S.E.A. per autotrasporti e il pastificio Alpe. Alla Valle Camonica si offrirono nuove prospettive di occupazione.
Anche Filippo, come il padre si dedicò a opere di carattere sociale. Servendosi di un'impresa di costruzione propria (Marmitalia e Vezza Marmi) realizzò un asilo ad Astrio, un rifugio-albergo in Bazena, case per i dipendenti, un campo da tennis, una palestra, ricostruì, a Cervia, la colonia Taglierini che era stata distrutta durante la guerra e contribuì con grande generosità a tutte le opere per le quali necessitava il suo aiuto.
Appassionato sportivo e corridore automobilistico, fu promotore della Mille Miglia organizzata dall'ACI di Brescia, di cui fu Presidente. Nel 1953, durante un soggiorno ad Ischia, morì improvvisamente.
La famiglia, con il contributo dei concittadini, fondò a Breno l'Istituto Professionale per l'Industria e l'Artigianato "Filippo Tassara". L'istituto, ora diventato statale, conserva ancora quel nome.
EMILIA TASSARA
Dopo la morte di Filippo, la presidenza della "Carlo Tassara" passò, per mantenere la tradizione familiare, alla figlia superstite del Fondatore, signora Emilia Tassara vedova Piccardo. I nipoti del Fondatore, Giuseppe Tassara e Giacomo Piccardo, ricoprirono rispettivamente la carica di unico Amministratore Delegato della Società e di Direttore Generale.
In collaborazione attuarono un vasto programma di riconversione degli impianti e con l'assistenza tecnica e finanziaria della C.E.C.A. svilupparono ulteriormente l'attività (iniziate con il manganese metallico) con l'affinazione del silicio-manganese prodotto al forno elettrico con basso tenore di carbonio.
Negli anni settanta si costituì, con il nuovo stabilimento di Cairo Montenotte, la "Società Elettrosiderurgica Italiana" che realizzò un impianto innovatore nella produzione di ferroleghe carburate, grazie alla preziosa collaborazione dell'ingegnere elettrotecnico Angelo Doro Manara.
Nel 1970, sotto la direzione di Giacomo Piccardo, si concretizzò il cosiddetto "PROGETTO IMPERIALE" che diede vita ad un nuovo stabilimento della "Metalcam" in Breno e nel 1975 fu acquistato lo stabilimento di Sellero dove furono installati due moderni forni per ferro-cromo. Ma i costi per i rifornimenti di energia continuarono a salire e la costruzione delle due centrali termiche (una a Bagnolo Mella a metano e una a Breno con motori ad olio pesante) fatta in precedenza non bastò a risolvere il problema.
Nel 1983 moriva Emilia Tassara e la presidenza della società passò a Giuseppe Tassara, già amministratore delegato. Intanto la crisi della siderurgia che investì l'intera Europa creò serie difficoltà anche alla "Carlo Tassara".
ROMAIN ZALESKI
I problemi della società restarono irrisolti soprattutto per la crisi dell'Italsider, il cliente più importante. La "Tassara" si trovò così ad affrontare un periodo di amministrazione controllata. Fortunatamente però arrivò a Breno l'ingegnere minerario Romain Zaleski inviato dalla "Camilog", una società franco-gabonese che aveva acquistato il 20% della "Carlo Tassara".
Zaleski, con grande abilità e indiscussa competenza, seppe condurre (come lui stesso affermò) la società verso il risanamento.
Nel 1984 l'ing. Zaleski diventò amministratore delegato e socio di riferimento e negli anni successivi, con la fattiva collaborazione del direttore generale Mario Cocchi, riuscì ad ottenere risultati insperati sia nella produzione che nelle vendite tanto che poté nascere la "Carlo Tassara Finanziaria s.p.a.".
L'unico settore che non poteva più competere con la concorrenza straniera per i costi eccessivi dell'energia elettrica era quello delle ferroleghe. Fu quindi necessario: procedere alla chiusura definitiva del reparto, intensificare l'attività di forgiatura dell'acciaio e spingere al massimo le possibilità produttive dopo averle orientate verso ben precisi e identificati obiettivi.
Il 2 giugno 2003 l'ingegnere Romain Zaleski fu insignito dell' Onoreficenza di Commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana con decreto del Capo dello Stato. Il 18 agosto 2003 il Prefetto di Brescia, alla presenza delle autorità civili e religiose della Valle e della Provincia, consegnava, nell'auditorium Sen. Mazzoli di Breno, all'ingegnere Zaleski l'onoreficenza.
Il prestigioso riconoscimento attestava non solo la funzione determinante dell'ingegnere nel rilancio della "Tassara", tanto importante per la Valle, ma anche il suo costante impegno a favore del nostro territorio, il sostegno generosamente offerto a tante iniziative socio-culturali e la continuità con la migliore tradizione della famiglia Tassara.
Proprio questa continuità induce oggi a ritenere che un legame ideale unisca il Commendatore della Re-pubblica Italiana, Romain Zaleski, al Cavaliere della Corona d'Italia, Filippo Tassara, due personaggi che giganteggiano per la grandezza del loro ingegno e delle loro opere.